“Io sono qui per dire che non vogliamo creare un’Italia populista, antieuropeista, estremista”. Luigi Di Maio apre il suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio e dà subito un’immagine del Movimento 5 Stelle molto diversa dal solito. Con la campagna elettorale di fatto già in corso, punta a dare un messaggio di rassicurazione a quel mondo economico-finanziario che vale tanto in termini di consenso e di sostegno a un ipotetico futuro governo pentastellato. Il messaggio è l’addio al populismo. Alcuni imprenditori che hanno partecipato al panel con Di Maio, Matteo Salvini e Giovanni Toti, hanno spiegato come l’intervento del leader 5 Stelle sia stato tutto improntato al ridimensionamento di quella carica sovversiva e antisistema che fa parte del dna e della storia del Movimento.
“Creare e non distruggere”, ha sottolineato Di Maio, che sui temi chiave per il Paese, dall’euro al lavoro, ha voluto rassicurare la platea dei manager, economisti e imprenditori curiosi di conoscere l’agenda 5 Stelle. A una platea che fa dell’europeismo una bandiera irrinunciabile, Di Maio ha detto: “Noi non siamo contro l’Unione europea, vogliamo restarci”. Come? Il vicepresidente della Camera ha spiegato che la strategia del Movimento punta alla revisione del Fiscal compact e, più in generale, “alla revisione del pacchetto austerità e di tutti quei Trattati che hanno creato problemi”.