Non c’è dubbio che l’inquinamento sia un argomento importante da affrontare. La qualità dell’aria è sempre una priorità per Milano e la mobilità condivisa ed elettrica può essere una soluzione. Anche il Presidente di Confindustria Energia Giuseppe Ricci afferma la necessità di un approccio pragmatico che trovi soluzioni efficaci nell’immediato. Per non ritrovarci come Londra nel dicembre del ’52…
In attesa che si completi la transizione energetica verso un futuro a basse emissioni, che ci sia un rinnovo del parco auto circolante privato e dei mezzi pubblici, che nelle grandi città vengano costruite nuove linee di metropolitana e che i sistemi di riscaldamento dei condomini diventino più puliti, è possibile prendere delle misure che limitino l’inquinamento delle città italiane. Ne è convinto il presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci che, in un’intervista all’AGI, dopo l’ultimatum ricevuto da Bruxelles, sottolinea la necessità di un approccio pragmatico che trovi soluzioni efficaci nell’immediato.
Perché la Val Padana è l’area più inquinata
“Il rapporto di Legambiente ha evidenziato una problematica ben nota. Da molti anni tutti gli inverni si ripropone il problema dei livelli di particolato e di smog che superano i limiti consentiti per un numero di giorni sempre maggiore e tutti gli anni si discutono le soluzioni da adottare per tamponare il fenomeno”. A livello geografico, spiega, “la zona che presenta i dati peggiori è la Val Padana a causa delle condizioni climatiche più sfavorevoli. La sorpresa è Torino che storicamente sembrava meno colpita di Milano” ma che ha superato negli ultimi anni, diventando una delle città più inquinate d’Europa. I motivi sono semplici, osserva Ricci, “tutta la Val Padana è esposta a una stagnazione dell’aria nei mesi invernali che comporta il ristagno dello smog, del particolato pm10 senza dimenticare il pm2,5, quello più fine, più insidioso. Gli effetti del particolato sono nocivi, più è fine, più è nocivo perché puo’ raggiungere gli alveoli del polmone e dei bronchi, fissarsi ed essere la causa di malattie”.