In troppi ancora pensano che il centro destra sia portatori di valori conservatori, liberali cattolici ed anti comunisti (dopo 30 anni).
La Lega, che del centro destra è un perno, è invece qualcosa di diverso, e a volte lo dimostra con chiarezza.
Il nuovo candidato per la Regione Lombardia Fontana è riuscito a dire, candidamente, che “E’ un discorso demagogico e inaccettabile quello di dire che dobbiamo accettarli, è un discorso a cui dobbiamo reagire, dobbiamo ribellarci (…) Vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale e etnica, perché loro sono molti più di noi, perché loro sono molto più determinati di noi nell’occupare questo territorio. (…) Non è questione di essere xenofobi o razzisti, ma logici e razionali: non possiamo perché tutti non ci stiamo, quindi dobbiamo fare delle scelte, decidere se la nostra etnia, RAZZA BIANCA, società deve continuare ad esistere o deve essere cancellata, è una scelta.”
Cari Fontana, Salvini e simpatizzanti della Lega, questo è razzismo eccome, e personalmente mi fa schifo.
“Non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate”. Meno di una settimana fa, quando è stato scelto dal centrodestra come candidato governatore della Lombardia dopo la rinuncia di Roberto Maroni, Attilio Fontana è stato presentato e raccontato come il “leghista moderato”, uomo di istituzioni e di governo, visti i suoi due mandati da sindaco di Varese (e uno da sindaco di Induno), l’incarico di presidente di Anci Lombardia, la presidenza del Consiglio regionale ai tempi di Formigoni. Ma in pochi giorni, allineandosi alle posizioni del suo leader Matteo Salvini, Fontana ha scelto posizioni tutt’altro che moderate, aprendo la diga a un mare di polemiche.
E per esporre la sua posizione sulla questione immigrazione, ha scelto un collegamento con Radio Padania, domenica mattina, durante la trasmissione ‘Sulla strada della libertà’, condotta da Roberto Maggi. A una domanda sul tema, infatti, ha risposto senza mezzi termini che “uno Stato serio dovrebbe programmare e dire: noi vogliamo e riteniamo giusto che possono essere accolti 1, 100mila, 10 milioni di immigrati, dire come vogliamo assisterli, quali case, lavori e scuole vogliamo dare loro, a quel punto chiedere ai cittadini se sono d’accordo”.