L’export digitale Italiano aumenta del 23% nell’ultimo anno, trainato da abbigliamento ed agro alimentare.
Ottimo risultato, anche perché frutto di un lavoro sistemico fatto da Governo, operatori eCommerce ed imprese.
Ma questo deve essere solo un punto di partenza, perché i ritardi che abbiamo accumulato nei 10 anni precedenti sono ancora troppo grandi, e i Paesi nostri competitor non stanno a guardare.
Il Made in Italy ce l’abbiamo solo noi ed è uno dei marchi più importanti al mondo.
Là fuori ci sono 3 miliardi di nuovi consumatori che non aspettano altro di vivere come noi in termini di qualità della vita, e quindi chiedono prodotti che glielo possano permettere.
Abbiamo davanti un decennio di possibile crescita economica grazie all’export, ed in particolare all’export digitale, ma dovremo saperlo sfruttare.
Crescita sostenuta nel 2017 per l’export digitale italiano, che ha registrato un +23% per un valore complessivo di 9,2 miliardi di euro. Da ripartire tra una fetta de 25% (2,3 miliardi di euro) dell’export online diretto di beni di consumo, e una del 75% (6,9 miliardi) rappresentato dalle esportazioni indirette abilitate da operatori stranieri 6,9 miliardi. Dati che confermano come i grandi retailer online siamo il principale canale di e-Commerce all’estero, seguiti da marketplace e siti di vendite private.
Se da una parte la progressione dell’export digitale è sostenuta e costante, dall’altra è evidente che le possibilità di crescita siano ancora grandi, dal momento che l’export digitale rappresenta soltanto il 6,4% del totale delle esportazioni nazionali. Quanto alle categorie merceologiche, in testa tra i prodotti italiani più richiesti all’estero ci sono quelli del fashion, quindi abbigliamento, tessile e accessori (66%), seguiti dal food (15%) e dall’arredamento (7%). Con quote marginali chiudono elettronica, cosmetica, cartoleria, giochi e articoli sportivi. A usare l’e-commerce per veicolare le esportazioni dall’Italia è un’azienda su tre, mail canale online è una scelta “esclusiva” soltanto per il 2% delle imprese italiane.
Tra i mercati di sbocco principali, in testa ci sono Europa e Usa, ma crescono Russia, Sud-Est asiatico, Cina e Giappone. Sono i dati che emergono dalla ricerca dell’Osservatorio Export della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina a Milano al convegno “Export digitale: a ciascuno il suo canale!”.