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M5s, Guzzanti, Freccero, Fini, Pasquino e Ricolfi bocciano il Movimento

M5S: ora anche quelli “famosi” che li sostenevano si sono accorti della fregatura

Dieci anni sono passati dal Vaffa Day a Bologna, e il M5s ha fatto passi da gigante nelle istituzioni, arrivando addirittura al governo della Capitale d’Italia. Ma ha mantenuto le sue promesse? Ha migliorato la politica italiana come si era ripromesso di fare, l’ha liberata dall’influenza nefasta dei “poteri forti”? O in verità, di quei poteri forti, è diventato anch’esso pedina o addirittura parte integrante?

Il Fatto Quotidiano ha intervistato al riguardo cinque personaggi della cultura italiana, alcuni di loro (Carlo Freccero, Sabina Guzzanti e Massimo Fini) piuttosto “vicini” al M5s, e le analisi sono risultate perlopiù negative.

Per Carlo Freccero, membro del consiglio d’amministrazione della Rai (ufficiosamente in quota M5s): “Ormai il MoVimento si è normalizzato. Quella piazza del V-Day era molto bella perché lanciava un grido di libertà. Ma intristisce vedere che, esattamente dieci anni dopo. Luigi Di Maio è andato a Cernobbio a dare l’esame davanti ai poteri forti”.

A detta del politologo Gianfranco Pasquino, invece: “Per cambiare la politica e il sistema politico – afferma – non basta ridurre i costi e i mandati elettivi. È indispensabile un vero e proprio progetto elettorale e costituzionale”. Pasquino, insomma, è convinto che il M5s era partito per cambiare le istituzioni ed ha finito per esserne cambiato.

Quanto al giornalista e scrittore Massimo Fini, i 5 stelle sono rimasti fedeli allo spirito di Bologna e tuttavia: “I suoi limiti sono proprio stanno proprio nei suoi pregi. Le linee guida del MoVimento, tutte condivisibili e vere, sono state interpretate in modo eccessivamente rigido, poco duttile”.

Sabina Guzzanti, che ha sempre sostenuto più o meno palesemente i grillini, sembra invece smarcarsene: “Il punto non è quanto si risolva con un ‘vaffa’. Il punto è che quando poi si tratta di costruire c’è bisogno di un’etica condivisa. E l’etica non è essere contro il doppio mandato o gli inceneritori”.

“Al V-day” dice invece il sociologo Luca Ricolfi, “c’erano idee ottime e altre discutibili”. E aggiunge, risultando il più spietato di tutti: “Ma il punto è che il MoVimento 5 stelle non ha vere soluzioni su lavoro e crescita”.

ARTICOLO TRATTO “AFFARITALIANI.IT”

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